Storie di gusto – Becùt marchigiane
Becùt, beut o beccute? Come si chiamo davvero i biscotti tipici delle Marche?
Non c’è una risposta corretta, poiché dipende dalla città in cui li cerchi. Nei forni e nelle pasticcerie di Pesaro, la “donna intelligente” di Calcutta, vengono preparati i “beut”.
Nella cittadina romana di Fano, tanto cara all’imperatore Augusto, queste pagnottine vengono chiamate becùt. Dal monte Conero in giù invece prendono il nome di beccute.
Secondo la leggenda ne andava ghiotto pure Giacomo Leopardi, tant’è che a Recanati sono ormai celebri quanto l’ermo colle.
Prepararli a casa è semplice: ecco a voi la ricetta completa.
Ingredienti
- 1,2 kg di farina gialla
- 200 grammi di zucchero semolato
- 200g di mandorle pelate Milani
- 200g di uvetta Milani
- 200g di pinoli sgusciati Milani
- 200g di noci sgusciate da tritare
- 200g di fichi secchi
- 4 cucchiai d’olio
Preparazione dei becùt
Impastare la farina insieme a tutta la frutta secca, ricordandovi di aggiungere acqua e un filo d’olio.
Lavorare sull’impasto fino ad aver raggiunto un impasto compatto.
Dividere l’impasto in piccole pagnotte e preparare una teglia unta d’olio da mettere in forno.
Cuocere in forno a una temperatura inferiore ai 180 gradi finché i biscotti non avranno raggiunto la doratura desiderata.
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